Le Cronache Lucane

CANALE SCOLMATORE, SCOPERTO IL “BLUFF” TRIPALDI ALLE CORDE DALLA SOPRINTENDENZA

Lavori da 1milione e 597mila euro per la realizzione di un canale scolmatore in località “Torre Mozza” nel Comune di Policoro: il “bluff” del burocrate Domenico Tripaldi, Commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Basilicata, nonchè Dg del Dipartimento regionale “Programmazione e finanze” e titolare di una corposa lista di ad interim, non ha funzionato. A settembre scorso, Tripaldi ha emanato la “bolla”, il decreto, dell’ultimatum: «il termine perentorio non superiore a giorni 30» per ultimare la Conferenza dei Servizi decisoria finalizzata al definitivo via libera al progetto e al quadro economico dello stesso. La forzatura, però, il piano del Commissario appariva viziato da errori sia formali che sostanziali, è fallita. A dimostrazione, il fatto che dall’11 novembre ad oggi, Tripaldi invece che apporre il risolutorio via libera, come da decreti quasi in stile militare, come le sui generis interpretazioni sull’applicazione del silenzio-assenso, sta ancora battendo la ritirata.

Già era noto il parere negativo, basato su plurime motivazione, da parte dell’Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura (Alsia). Tuttavia l’ostacolo, e appare insormontabile, che ha mandato all’aria l’operazione del Commissario Tripaldi, l’ha fabbricato la Soprintendenza archeologica Belle arti e Paesaggio della Basilicata. Nei tempi, era il 25 settembre, la Soprintendenza ha chiesto al Commissario al dissesto idrogeologico della documentazione, questa la parte citata degli errori sostanziali, che però ancora non è stata inviata. Secondo gli esperti l’ultimo progetto è maggiormente superficiale rispetto al precedente redatto dall’allora Consorzio di Bonifica dall’allora Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Se Tripaldi non invia quanto richiesto è per un semplice motivo: quei documenti ancora non ci sono. Ad ogni modo, per dare “nome e cognome” alle carte, questa quella che ha svolto la funzione di detonatore: la documentazione preventiva dell’impatto archeologico ViaArch. Tra le lacune, inoltre, anche uno studio di incidenza utile per sottoporre l’intervento a screening di incidenza, la cosiddetta VincA.

L’intervento previsto è posto nel sito di interesse comunitario, poichè zona speciale di conservazione, “Costa Ionica Foce Agri”. In ogni caso, riprendendo le fila dalla richiesta della Soprintendenza, la stessa in linea con quanto previsto dal Codice degli Appalti ha iniziato a muoversi nell’alveo dell’articolo “Verifica preventiva dell’interesse archeologico” che fa riferimento, tra le altre cose, anche agli esiti delle indagini geologiche e archeologiche preliminari, «con particolare attenzione ai dati di archivio e bibliografici reperibili, all’esito delle ricognizioni volte all’osservazione dei terreni, alla lettura della geomorfologia del territorio, nonché, per le opere a rete, alle fotointerpretazioni». La Soprintendenza, in conclusione, è a lavoro per reiterare il «parere vincolante “contrario”», già espresso nel giugno del 2016.

 

Le Cronache Lucane
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: