Le Cronache Lucane

BRAIA: DECIDERE COSA FARE CON LE SCUOLE E VALUTARE UN LOCKDOWN

“Dopo l’annuncio errato del limite dei 1200 casi oltre il quale bloccare tutto, calcolato per altro sui dati di marzo scorso, e dopo l’annuncio disatteso dei 3000 tamponi al giorno, siamo ancora a una media di 1500/1900 appena, se va bene. La Basilicata si appresta a entrare tra le regioni arancioni, il ministro Speranza ha appena stabilito che Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana – nella zona arancione a partire da mercoledì, come anticipato dal presidente dell’Abruzzo, Marsilio Anche per passare al rosso, sarà un attimo, allora. Siamo la prima regione come percentuale di incremento diffusione contagio nella prima settimana di novembre. Dopo l’ulteriore annuncio del Presidente Bardi anche di valutazione della chiusura delle scuole primaria e di I grado, in aggiunta alle secondarie già da tempo in Didattica Digitale Integrata, che ha mandato nel caos ulteriormente gli equilibri comunicativi tra scuole e famiglie, non abbiamo purtroppo ancora compreso come siamo messi nel dettaglio sotto l’aspetto sanitario, dei flussi in entrata e uscita dagli ospedali e relativamente ai trasporti. Non vengono forniti al Consiglio Regionale i dati certi da interrogare, valutare e su cui prendere decisioni a partire da quelli dei 21 parametri inviati all’istituto Superiore di Sanità.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.

“C’è una Basilicata in cui la confusione regna sovrana – prosegue Luca Braia – e la sanità rischia il collasso, a Matera e non solo il tracciamento è al limite. La Regione non ha preparato nulla o molto poco riguardo alla gestione della criticità in fase due. Questo nonostante gli sforzi immani dei dirigenti scolastici e degli insegnanti (che ringrazio tutti) per garantire il diritto allo studio in sicurezza e nel rispetto dei protocolli condivisi con il Dipartimento di Prevenzione di ASP e ASM. Da gialla a rossa, come ho già anticipato, il passo oramai è breve per la nostra regione che diventa domani arancione, infatti. I numeri sono allarmanti e crescono, ma continuiamo a non averli certi e aggiornati quotidianamente dal Governo Regionale, fatto salvo il bollettino quotidiano, sterile nel suo snocciolare cifre e paesi, ma non molto altro.

Oggettivamente, in questo momento delicatissimo, nel quale si succedono ogni sera le notizie di sindaci che emettono autonomamente ordinanze di chiusura scuole per contagi, con due Comuni messi in zona rossa i cui sindaci sono in sciopero della fame perché chiedono la revisione dell’ordinanza con loro non condivisa prima, penso che la valutazione immediata sulla chiusura delle scuole, insieme a una misura di lockdown più stringente, siano necessarie per un “reset”. E’ chiaro che la didattica a distanza alla lunga non sarà gestibile ma in Basilicata abbiamo oltrepassato i 2600 contagi, a Matera città siamo a 369 con 53 ricoverati e sembra che stiamo solo a guardare le beghe politiche che vedono il Ministro dell’Istruzione su una posizione e le Regioni su altre, diverse tra loro con comuni in Basilicata abbandonati a loro stessi senza interlocutori.

Ogni elemento deve essere valutato perché utile o necessario a frenare la curva e vanno adottate misure adeguate che tengano conto dei dati e dell’affanno delle strutture sanitarie per il tracciamento, oltre che delle criticità correlate al numero non più sotto controllo dei tamponi da gestire. Abbiamo avuto mesi e non siamo stati in grado di riorganizzare il sistema dei trasporti e il sistema sanitario per consentire di fare viaggiare in sicurezza studenti, lavoratori e famiglie. La cosa più semplice e per ora inefficace, per Bardi, è stato chiudere le scuole secondarie. La scuola è evidentemente uno ma non l’unico degli elementi topici insieme al mondo del lavoro. La salute va messa avanti a tutto, anche se  siamo perfettamente consapevoli che le scuole aperte garantiscono alle famiglie la possibilità anche di lavorare e non fermare il mondo produttivo e che sono sicuramente le ultime da fermare, in una società che vuole definirsi civile. Dalle famiglie e dal mondo del lavoro il contagio arriva comunque anche nelle scuole, oltre che agli anziani e ai bambini con cui nelle stesse famiglie si è in contatto. Presidente Bardi, forse è arrivato il momento di chiudere tutto per almeno due settimane, prevedere sostegno per i comuni più in difficoltà che avranno spese aggiuntive a partire dalla gestione dei rifiuti speciali che ogni famiglia con contagio produce,  incentivare e favorire i congedi parentali  e lo smart working, in Basilicata più che in altre regioni.

I dati della Fondazione Gimbe ci dicono, se ne prenda atto, il posizionamento delle Regioni in relazione alle medie nazionali di incidenza per 100.000 abitanti. Nelle ultime 2 settimane l’incremento percentuale dei casi vede la Basilicata con il più alto incremento percentuale di casi positivi tra le regioni italiane.  L’Ordine dei medici chiede il lockdown totale in tutto il Paese perché a breve sarà impossibile gestire ricoveri e terapie intensive.

Presidente Bardi, domani in Consiglio Regionale ci dirà cosa intende fare? Non è più tempo di tergiversare: renda disponibili tutti i dati e ci coinvolga. Oppure, semplicemente, da Presidente, decida qualcosa per il bene della comunità lucana.” 

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