Le Cronache Lucane

«NULLA DA CHIEDERE A BARDI»

«Non ho da chiedere nulla al governatore Bardi e non ho nulla da trattare con la maggioranza di centrodestra ». Più che uno stravolgimento compositivo della coalizione governativa in Regione, con l’ingresso, in sostituzione, di una parte dell’opposizione di centrosinistra, ciò che potrebbe accadere nel breve futuro è l’attuazione, a piccole dosi, di maggioranze variabili ricavate in base alle circostanze e alle occasioni. Almeno questo è quanto il consigliere regionale Carlo Trerotola sembra delineare a Cronache Lucane in chiarimento dell’affermazione «il Presidente Bardi prenda atto di questa sconfortante realtà e verifichi se una maggioranza sussiste ancora o se, per proseguire la legislatura, occorre intraprendere percorsi coraggiosi ed innovativi che antepongano le esigenze di sviluppo della Basilicata alle catene del posizionamento politico ». «Se il governatore Bardi o chiunque altro – ha dichiarato Trerotola a Cronache Lucane – fa proposte o progetti a vantaggio dei cittadini tutti, io non esiterò mai a sostenerle. Ripeto proposte a vantaggio dei cittadini e non di parti politiche. Non ho da chiedere nulla a Bardi né da trattare con la maggioranza». Trerotola nega volontà personali di una sua entrata diretta nella maggioranza e del resto la sua qualifica di candidato governatore del centrosinistra traccia una dicotomia teoricamente inconciliabile con l’ipotesi. La sua apertura, come ha spiegato, non la si può interpretare neanche come una proposta di collaborazione. «Nessuna collaborazione – ha inteso precisare il consigliere regionale di Prospettive lucane -, ma eventuale convergenza su singoli casi sempre a vantaggio dei cittadini tutti. Bardi prenda atto che molto spesso manca il numero legale sia in Commissione che in Consiglio. I cittadini hanno bisogno di soluzioni». Numericamente in Consiglio regionale il centrodestra ha la maggioranza, ma non è così ampia e, come è noto, o per assenze o per malumori interni alla coalizione, il rischio di andare sotto è una costante. Ad ogni modo certamente il centrodestra potrebbe continuare a sopravvivere senza governare, ma le conseguenze per la regione sarebbero devastanti. Tornerebbe utile, pertanto, quel principio per cui le maggioranze sulle singole misure non necessariamente coincidono con la maggioranza della fiducia governativa. Per lo stesso governatore Bardi, che dovrebbe avere piena contezza di non guidare una maggioranza coesa, la soluzione sarebbe anche la migliore. Soprattutto se a seguito delle consultazioni elettorali del prossimo 20-21 settembre, nonchè dall’esito del referendum sul taglio dei parlamentari, non si verificherà a livello nazionale un risultato tale da modificare le alleanze governative in modo così rilevante da concedere margini di riflessi anche sul contesto regionale lucano. Per di più, in linea generale, ma non generica, è più agevole allargare la maggioranza in condizioni di stabilità politica, che farlo in uno stato di incertezza e tensioni. Osservando anche il recente passato è già accaduto proprio durante la legislatura Pittella con Francesco Mollica ed Aurelio Pace. Lo sfondo politico, però, era arricchito da elementi molto diversi da quelli che compongono lo scenario attuale. Ragionando soltanto col pallottoliere e in assenza di modifiche dell’ossatura governativa nazionale, con l’eventuale ingresso in maggioranza di parte del centrosinistra, il governatore Bardi rischierebbe di perdere più consiglieri di quanti ne acquisirebbe. Che probabilmente il rimpasto di Giunta, usualmente coincidente con il giro di boa della legislatura, potrebbe essere anticipato è dato concreto, ma indubbiamente esogeno agli ipotetici strabilianti risultati dell’election day di settembre. Tra le esigenze, sembra primeggiare quella di spedire il pittoresco Rocco Leone tra i banchi del Consiglio, dove potrebbe continuare a fare i suoi show, invece che lasciarlo sulla poltrona dell’assessorato regionale alla Sanità. Oppure, seguendo i rumors che riportano di pressioni sul governatore per sostituire l’assessore Merra, ammesso che la stessa ritorni in Consiglio e che, in sintesi e sempre per ipotesi, con il leghista Zullino formi un gruppo consiliare fuori dalla maggioranza, la sostituzione improvvisa e soltanto per fini numerici dei due con altrettanti del centrosinistra alimenterebbe fortemente il pericolo di fuga anche di altri esponenti della coalizione. Come potrebbe, per esempio, diventare, per soccombere all’uscita dei 2 leghisti, Pittella presidente del Consiglio regionale o magari Braia assessore all’agricoltura senza che Cicala e l’intero gruppo di Forza Italia abbandonino anch’essi la maggioranza? Il tappo per coprire il buco si rivelerebbe inadeguato in quanto il foro previsto sarebbe più largo di quello immaginato. E comunque cambio di coalizione governativa o meno, il centrosinistra lucano è composto dal monogruppo Prospettive lucane, e da due partiti, Pd e Italia viva, i cui esponenti senza l’ok dall’alto non potrebbero fare una manovra del genere. Per loro, un “canto delle sirene” di Bardi non può valere un diktat di Zingaretti o Renzi. Per cui tutti possono fare tutte le ipotesi possibili, ma quantomeno appare chiaro che in Basilicata non accadrà nessun mescolamento tra maggioranza e opposizione in assenza di due indispensabili condizioni: nuove alleanze nazionali e soprattutto un concreto accordo politico tra le parti. Accordo politico, tra il governatore Bardi e il centrosinistra, di cui allo stato attuale non si intravede neanche la pagina bianca.

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