Le Cronache Lucane

ARANEO: “SI AL DIALOGO, NO AI POLTRONISTI”

Il capo della segreteria del presidente della Regione Basilicata, Mario Araneo, prova così a buttare acqua sul fuoco delle polemiche che in questi giorni sono state provocate da un gruppo di “dissidenti” della lista che ha portato Vito Bardi a diventare presidente della Regione Basilicata. Basilicata Positiva è il nome della lista in cui alle elezioni del marzo 2019 sono stati eletti il presidente Vito Bardi e il consigliere regionale Piergiorgio Quarto. Il coordinatore regionale della lista, Roberto Robilotta (anche lui candidato alle score regionali) a nome di un piccolo gruppo di rappresentanti il 27 luglio scorso tramite una nota molto dura indirizzata al presidente Bardi, alla Giunta e al consigliere regionale Quarto senza mezzi termini sosteneva come «il governo regionale sta navigando a vista e che ha perso completamente dignità. Noi non ci stiamo».

Il governatore Bardi nella sua riservatezza è poco incline a rispondere alle provocazioni e a dire la sua, se pur chiamato in causa, e così a dare l’altra versione della storia è Mario Araneo. D’altronde nessuno meglio di lui conosce dall’origine la realtà dei fatti. Un uomo che ha fatto sì che Bardi fosse il candidato presidente della coalizione e che ha lavorato da dietro le quinte per trovare sostenitori, candidati e costruire progetti politici che portassero per il centrodestra, per la prima volta, a vincere anche in Basilicata. Ma andiamo con ordine. Araneo ci tiene a fare subito una premessa: «Non posso che ringraziare Robilotta e tutti i rappresentanti di Basilicata Positiva per l’importante impegno che hanno messo per raggiungere l’importante risultato che ha visto Bardi diventare presidente della Regione. Una squadra che ha creduto in un programma di cambiamento che, però, va creato giorno dopo giorno con i giusti tempi». Araneo in modo tranquillo e pacato senza lasciarsi andare a provocazioni e risentimenti spiega che «La porta del presidente Bardi è sempre stata aperta. Alcuni di loro sono stati ricevuti più volte subito dopo l’insediamento, peccato però che le richieste erano molto di più rivolte a realizzare interessi personali che a favore della collettività lucana. Ci saremmo aspettati la presentazione di progetti e non la richiesta di poltrone».

«Ci tengo a precisare però che sono stati diversi, invece- aggiunge- quelli che della stessa lista hanno avuto la voglia di creare percorsi e progetti condivisi con noi, a cui stiamo lavorando con la speranza di attuarli in tempi rapidi. E sono proprio loro che, pur non volendo apparire, si sentono offesi dalle parole utilizzate in quelle note diffuse negli scorsi giorni da Robilotta». Conti alla mano i “dissidenti” di Basilicata Positiva sarebbero solo 4-5 persone, nonostante a firmare la nota inviata alla stampa per rimarcare il sostegno a Bardi e Quarto (come pubblicato nell’edizione di ieri di Cronache Lucane ndr.) erano solo in 6. Infatti, sarebbero molti di più quelli che ancora oggi credono nel programma di Bardi e continuano a sostenerlo, come confermato nelle diverse occasioni di incontro. «Lo scorso dicembre il presidente Bardi e il consigliere Quarto hanno partecipato ad una riunione con tutti i candidati di Basilicata Positiva -aggiunge il capo della segreteria-, in cui sono state ascoltate una serie di istanze. Alla fine dell’incontro si era deciso che il referente in Regione sarebbe stato il consigliere Quarto. Toccava a lui, in qualità di eletto della lista, raccogliere idee e progetti che si volevano presentare per il rinnovamento della Basilicata e fare da “filtro” in Consiglio per costruire insieme il percorso verso il cambiamento. Peccato che, ad oggi, nessuno di quelli che contesta Bardi e Quarto abbia mai chiesto un incontro. Non ci hanno mai chiesto di parlare dall’inizio dell’anno.

Sono diversi però quelli che ancora ci sostengo e con cui, prima del lockdown, abbiamo discusso proprio dei punti indicati nel programma elettorale da realizzare. Il tempo ovviamente si è un pò fermato a causa del Covid ma è chiaro che ora abbiamo tutta l’intenzione di recuperare». Anche se in modo velato si può cogliere dalla parole di Araneo una frecciatina nei confronti di Robilotta che a quanto pare ha affrettato i tempi di un divorzio che si sarebbe potuto evitare. Infatti, è lo stesso Araneo ha sottolineare come «le cose da fare in Regione sono ancora tante. Nessuno è stato usato e abbandonato, considerato che il governo Bardi è solo al primo anno di insediamento. Di tempo e strada da percorrere insieme ne abbiamo ancora tanta, considerato che il mandato dura 5 anni». Un ragionamento che fila, soprattutto se si aggiungono una serie di domande che lo stesso capo della segreteria lancia dalle nostre colonne: «Perchè dopo un anno e quattro mesi, con il Covid di mezzo, si è deciso di rompere il rapporto in questo modo così forte? I momenti per incontrarci e parlare ce ne sono stati. Forse, sono arrabbiati perchè non hanno ottenuto quello che volevano per loro? » Domande lecite se si paragonano al normale svolgimento dei percorsi politici: la persona che siede alla poltrona più alta nel giro di tutta la sua carriera situazionale verrà sempre tirato da una parte e dall’altra per provare ad accontentare tutti quelli che lo circondano. E quando non succede? I dissapori e i malumori sono inevitabili. E anche per Bardi sarà così.

Eppure, nonostante dai “dissidenti” siano volate parole pesanti Araneo non chiude la porta a nessuno, anzi: «Abbiamo creato una bella squadra e ci piacerebbe tenere il gruppo unito, questa è anche la volontà del presidente Bardi. Siamo disponibili a qualsiasi chiarimento, ci mancherebbe. Le nostre porte sono aperte e continueranno ad esserlo. Abbiamo creato insieme una visione diversa della Basilicata, abbiamo creduto in un progetto che valorizzi ogni singolo lucano. Perché io e Bardi vogliamo lavorare per i lucani e per la Basilicata. La Basilicata ha bisogno di avere risposte e stiamo lavorando a questo, e chiunque voglia unirsi in questa nuova idea di regione per noi è sempre il benvenuto. Posso garantire che questo è il pensiero anche del presidente Bardi».

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