Le Cronache Lucane

EIPLI-ILVA: UN PASTICCIO DA 19 MILIONI DI EURO

IL PARADOSSO: UN ENTE “VIVO” SEBBENE COMMISSARIATO DAL 1979 E SOPPRESSO DAL 2011  Cifre a sei zeri per crediti non riscossi a partire da oltre 10 anni fa. I problemi all’Ente per lo Sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (Eipli) non finiscono mai. Con cadenza ciclica a corto raggio temporale l’Eipli, istituito nel 1947, commissariato dal 1979, soppresso e posto in liquidazione dal 2011, rappresenta una mina vagante puntualmente sull’orlo dell’implosione. Nel panorama variegato delle criticità dell’Ente, c’è una questione che investe pienamente e direttamente la Regione Basilicata e una famigerata azienda che opera in Puglia, ma che ha sede oltralpe. Due gli estremi: l’ex Ilva-Arcelor Mittal di Taranto e oltre 19milioni di euro. A tanto ammonta il credito vantato al 2019 dalla Regione nei confronti dei francesi e del gruppo Ilva spa. Se per il Commissario Antonella Guglielmetti, che ha ricevuto l’incarico dal Ministro dell’agricoltura Bellanova il 20 dicembre dello scorso anno, il mandato era già iniziato in salita, grane licenziamenti e pignoramenti, allo stato attuale delle cose, dopo 6 mesi, il quadro complessivo potrebbe risultare ulteriormente aggravato e di difficile soluzione. L’acciaieria è tra i grandi utenti dell’Eipli, tra questi anche la Fca, in quanto l’Ente gestisce «la fornitura d’acqua per le esigenze industriali dell’Ilva di Taranto». Sul macro argomento della «componente ambientale» della tariffa dell’acqua all’ingrosso, la pratica del «Piano di rientro del debito pregresso» sembra in stallo. Poco meno di un anno fa, nell’agosto scorso, il Comitato di coordinamento per l’Accordo di programma sulle risorse idriche, ha certificato che il gruppo Ilva e i francesi dell’Arcelor Mittal «risultano debitrici della Regione Basilicata per complessivi 19milioni e 930mila euro». Un problema di non poco conto e per tutti. Per Ilva che naviga già in acque non rosee, per Eipli che di “buchi” ne ha già abbastanza e per la Regione Basilicata che proprio non riesce con la nuova governance ad attuare quel cambiamento tanto sbandierato in campagna elettorale. Il nuovo corso infatti, dopo un anno e più, e’ riuscito ad ottenere perfettamente lo stesso risultato di chi li ha preceduti: passano gli anni, ma i soldi non si incassano!

LE CONSULENZE ESTERNE E LE OMBRE DEL DANNO ERARIALE  Quello dei crediti milionari non riscossi è soltanto uno dei tessali di un mosaico articolato dal quale si può evincere come ad ogni angolo dell’Ente gli allarmi scattano con incontrollabile costanza. L’ultimo ha iniziato suonare con urgenza a seguito del decreto commissariale emesso mercoledì scorso. Guglielmetti ha attivato il Direttore generale per demandare al Direttore generale per «l’individuazione delle procedure idonee e necessarie per conferire appostiti incarichi a professionisti altamente specializzati». Il filo delle consulenze esterne inevitabilmente si intreccia con il quadro normativo che fa da cornice all’operatività legittima dell’Ente e con fatti già accaduti all’Eipli. Tra i consulenti in arrivo si sarà persino quello che dovrà occuparsi della «gestione del trattamento economico-previdenziale del personale dell’Eipli». Il discrimine principale che apre il varco al sentiero dell’eventuale danno erariale è rappresentato dalle conclusioni inerenti l’analisi sull’aderenza delle attività espletate durante la gestione commissariale allo scopo proprio del Commissariamento: ridurre i tempi dell’iter liquidatorio per finalizzare la prevista, col Decreto legge del 2011, soppressione dell’Eipli. Per il Commissario Guglielmetti quello degli incarichi esterni potrebbe rivelarsi un terreno molto rischioso da attraversare. Già il caso di uno dei suoi predecessori, nominato nel 2015 e poi prorogato per un altro anno nel 2016, Antonio Mario Lerario, tra gli imputati, tra l’altro, dell’inchiesta del pool di inquirenti della Procura di Potenza su reati quali turbativa d’asta, corruzione e truffa, era finito, per il clamore dei dati, all’attenzione del Parlamento. Lerario ha conferito «una enorme quantità di incarichi a consulenti esterni, per un ammontare complessivo di circa 900mila euro». Dinanzi una cifra così alta, impossibile non paventare l’ipotesi che gli affidamenti siano avvenuti in contrasto con il mandato di liquidare l’Eipli. Che è, per l’appunto, la stessa missione che attualmente ha il Commissario Guglielmetti, alla quale, come emerge dai suoi provvedimenti, sembra sfuggire l’universo completo dei compiti da assolvere. Deve sì «garantire il regolare esercizio delle funzioni dell’Ente», anche, dettaglio non secondario, nei confronti dei terzi, ma pure eseguire gli adempimenti necessari al trasferimento delle funzioni dell’Eipli a nuovo soggetto giuridico. Sempre nel decreto legge del 2011 che ha disposto la liquidazione coatta amministrativa dell’Eipli, veniva previsto che «le funzioni del soppresso Ente con le relative risorse umane e strumentali, sono trasferite dal 30 giugno 2019 al la Società costituita dallo Stato e partecipata dal Ministero economia e finanze», ma non solo dal Mef. Ad oggi, però, si è ancora «nelle more della costituzione e dell’avvio della suddetta Società».

IL DIRETTORE GENERALE SINE DIE DELL’ENTE SOPPRESSO  Negli atti ufficiali dell’Eipli, la seguente struttura organizzativa, compare ancora come quella «proposta», ma di fatto è la sussistente da anni. Nella scala verticistica a lato del Commissario, il Comitato tecnico amministrativo, mentre subito sotto, al gradino successivo procedendo dal vertice alla base, c’è il Direttore generale. Nell’ambito degli Enti commissariati, non è raro rinvenire la figura del direttore ad interim nella situazione transitoria fino alla ricostituzione degli Organi funzionali per poi giungere alla nomina effettiva del futuro Dg. Per l’Eipli, però, che è un Ente soppresso, la questione del Direttore generale è più macchinosa. Ad ogni modo il Dg è direttamente chiamato in causa da Guglielmetti sulla vicenda delle consulenze esterne. Soltanto che vari interrogativi aleggiano intorno alla figura del Direttore generale Nicola Pugliese. Ciò perchè come da ultimo contratto, il suo mandato scadrà a fine giugno. Pugliese, nominato nel 2015 con successiva approvazione dello schema di contratto individuale di lavoro nel febbraio del 2016, è stato poi confermato anche nel 2017 e pure nel 2018, nelle more di una «eventuale procedura di selezione pubblica». L’aggettivo eventuale appare davvero il più consono. In quanto, come da convenzione firmata e sottoscritta da Gugliemetti e Pugliese, anche il Commissario voluto dal ministro Bellanova ha prorogato all’ingegnere di Lagonegro, l’incarico di Direttore generale per 6 mesi, con decorrenza dal 1 gennaio scorso e nelle more dell’esito di «eventuale procedura di selezione pubblica». L’Avviso pubblico per il Dg è uno dei tanti fantasmi dell’Eipli

 

Le Cronache Lucane
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: