Le Cronache Lucane

CANCRO INFANTILE E FRATELLI D’OMBRA


Durante l’ultimo anno di università, ha vinto il Percorso d’Eccellenza, istituito dallo stesso corso di laurea, a cui erano ammessi solo otto studenti. Lei è Eleonora Malta, 25 anni, residente a Montemurro, da due anni vive a Roma, dove ha conseguito con Lode la Laurea Magistrale in Psicopatologia Dinamica Dello Sviluppo presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università Sapienza, discutendo una tesi dal titolo “I bambini e il tumore: chi sono i fratelli d’ombra?’”.  Ed è proprio questa la prima cosa che le chiediamo, ci spiega? «Sono i fratelli e le sorelle di bambini che ricevono una diagnosi di cancro. Sono stati definiti così da Rosapia Lauro Grotto e Debora Tringali in “Fratelli d’ombra: le ragioni di un percorso”».

Come nasce la sua tesi di laurea? «Nasce dalla consapevolezza che le relazioni assumono un ruolo cruciale nello sviluppo della nostra soggettività. Il Fratello, in psicoanalisi, è inteso come il rappresentante dell’Altro diverso da Sé che consente, grazie ad un processo di identificazione, il passaggio dall’incanto narcisistico all’oggettivazione del Sé nel bambino».

Si parla ancora troppo poco delle problematiche relative ai nuclei familiari che vivono la malattia? «Per fortuna, no. Il problema, però, è che si guarda alla famiglia in un’ottica olistica, tralasciando quella che è l’esperienza unica e soggettiva soprattutto dei fratelli sani».

Quali sono le maggiori complicanze emerse?  «Quasi tutte le ricerche sono state condotte in una prospettiva prevalentemente categoriale, concentrandosi sulla manifestazione sintomatologica (ptsd, ansia, depressione…). Oggi, però, sappiamo che quella categoriale è un’ottica un po’ miope perché tralascia la soggettività, l’unicità della persona. Non manifestare un sintomo non significa necessariamente che il fratello sano stia bene. Credo che il punto di tutto sia proprio qui: si tende a pensare che una persona meriti un aiuto o di essere ascoltato solo quando sta male in maniera eclatante, ci dimentichiamo che il dolore può assumere forme diverse. Affiancare la prospettiva dimensionale a quella categoriale equivale a dire: a me non interessa solo il tuo sintomo, a me interessa tu come stai, come vivi, dentro di te, quest’esperienza della malattia e tutto quello che ha comportato. Siamo ancora molto lontani da questo.

I fratelli sani che vengono scelti come donatori di midollo osseo, hanno ripercussioni? «Sì e dalle ricerche è emerso non solo come i donatori si sentano travolti da un senso di responsabilità imponente ma anche come la decisione sia, in qualche modo, forzata, subita come una scelta non intenzionale. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che, nel momento in cui un fratello viene scelto come donatore, sta già vivendo l’esperienza della malattia oncologica e tutto ciò che questa ha implicato per lui. Ancora di più in questi casi, non dovremmo fermarci solo ai sintomi ma indagare e accogliere lo sfondo emotivo della donazione, come viene vissuta».

C’è attenzione sulla tematica, anche a livello sociale? «All’estero sicuramente di più. Tantissime associazioni organizzano campi estivi proprio per i fratelli e le sorelle di bambini con il cancro, quindi attività di gruppo. In Italia le associazioni sono in numero inferiore».

Come si è attivata lei sul tema? «Ho aperto un blog, all’interno del mio sito web eleonoramalta.it, dedicato proprio ai fratelli d’ombra e alle famiglie che vivono l’esperienza del cancro pediatrico. Mi sento molto vicina alle tematiche che riguardano la famiglia e, ancor più nello specifico, l’età evolutiva in un’ottica psicoanalitica e sistemico-relazionale, per cui il blog nasce dalla volontà di accompagnare chi vorrà seguirmi alla scoperta e alla comprensione di una realtà palpitante ma misconosciuta agli occhi di molti e ancora poco esplorata anche dalle ricerche scientifiche. Spero, infine, che diventi un punto di riferimento ed uno spazio di confronto per tutti coloro che vivono l’esperienza di essere un fratello sano e, più in generale, per tutte le famiglie che vivono l’esperienza del cancro infantile».

Oggi la dottoressa Malta sta svolgendo il tirocinio post-lauream presso il servizio di psiconcologia dell’Ospedale S.Andrea, è iscritta al Master di II Livello in Psicologia Pediatrica organizzato dall’Università Lumsa in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ed è volontario ABIO presso il reparto Pediatria-Lattanti del Policlinico Umberto I. In attesa di abilitarsi all’esercizio della professione di psicologo e di iniziare la scuola di psicoterapia, continua a studiare e ad approfondire soprattutto il tema su cui ha scelto d’incentrare la sua tesi di laurea.

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