Le Cronache Lucane

TBOXCHAIN LANCIA UNA CALL APERTA


L’utilizzo delle annunciate applicazioni di tracciamento per gestire la fase 2 della pandemia sta di fatto rendendo “visibili” i dispositivi mobili, fino a ieri non immediatamente rilevabili, e ciò apre la possibilità ad ulteriori applicazioni che, nel rispetto dei principi di privacy, in un’ottica di open innovation e con codice aperto, potranno dare un contributo alla ripresa delle attività economiche ed alla fruizione degli spazi connessi al lavoro, al tempo libero, alla cultura ed allo sport.

La startup lucana Tboxchain, partendo da questo assunto, ha individuato la possibilità di impiego di “dispositivi di ascolto smart” cioè semplici, a basso costo e a bassissima emissione, da posizionare in centri commerciali, piazze, musei e parchi archeologici, spiagge, per riorganizzare la fruizione degli spazi in un’ottica di safety. Come funziona? Attraverso il posizionamento di uno o più dispositivi di ascolto BLE (Bluetooth low energy), in grado di rilevare lo scambio di messaggi tra gli smartphone, sarà possibile realizzare il calcolo della stima delle persone presenti in un determinato perimetro. Pensiamo ad un supermercato o ad un museo: la possibilità di contare i device permetterebbe, a valle della definizione di un numero massimo di persone contemporaneamente presenti, specifico per quel luogo, il calcolo dell’indice di densità in modo da avvisare i responsabili dell’esercizio quando ci si sta avvicinando ad un valore soglia e quindi evitarne il superamento. Questo aiuterebbe la gestione delle code e l’organizzazione degli spazi, dando anche la possibilità all’utente, tramite una WebApp, di sapere in anticipo il grado di affollamento dell’esercizio commerciale in cui intende recarsi.

Nel caso di rilevazioni effettuate all’aperto (ad esempio una spiaggia o un parco archeologico), in zone più o meno ampie e che siano fisicamente delimitate o meno, posizionando opportunamente i dispositivi di ascolto, si avrebbe la possibilità di individuare e diversificare delle zone o percorsi. Questo permetterebbe l’ottenimento di più indici di densità, uno per ogni area, visibili a gestori e ad utenti: i primi per tenere sotto controllo il raggiungimento di valori soglia, i secondi per decidere percorsi o zone diverse in funzione del grado di affollamento.

Per ottenere una stima considerata attendibile ed utile alle finalità che si prefiggono, in questo caso il distanziamento fisico delle persone, occorreranno accurati test operativi sul campo, nelle varie condizioni operative, ed il ricorso a tecniche di intelligenza artificiale. Tboxchain invita dunque ricercatori, istituzioni di ricerca, imprese e start-up italiane e non, interessate allo sviluppo dell’idea, in ottica non commerciale, ad inviare le loro osservazioni scrivendo a recovery@tboxchain.com.

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