Le Cronache Lucane

“VELOCI PIÙ DEL TEMPO”: INTERVISTA A MICHELE MONTESANO

Una disciplina sportiva difficilissima e che chiede la perfezione come “minimo sindacale”. Uno sport arduo e tecnologicamente all’avanguardia, con protagonisti motori potentissimi e vetture dal design piatto e assolutamente obbediente alle leggi dell’aerodinamica. Ma, al contempo, una disciplina agonistica fatta di piloti, umani nel loro esser vittoriosi o meno, con le loro storie uniche: è questo in sostanza il messaggio contenuto nel libro “Veloci più del tempo”, scritto dal giornalista di “livegp.it”, ingegnere e autore di Vaglio di Basilicata Michele Montesano, 30 anni, in collaborazione con Carlo Luciani, e dedicato alla sua passione assoluta: la Formula 1. Il volume pubblicato solo sabato scorso sulla piattaforma online Amazon, ha già riscosso un grande successo con le vendite che hanno travalicato i confini italiani, arrivando anche in Gran Bretagna, America Latina ecc. Ecco le sue parole di appassionato e tecnico.

Com’è nata la tua passione per la Formula 1?
«Le automobili sono state sempre la mia passione: fin da piccolo giocavo con le macchinine Bburago e la pista elettrica polistil. Mi affascinava il mondo della meccanica in particolar modo. Poi crescendo ho affiancato questa passione leggendo riviste specialistiche e seguendo le gare in TV. È stato quasi naturale seguire gli studi di ingegneria meccanica per cercare di avvincinarmi ancora di più a questo mondo. E poi per caso è nata la possibilità di scrivere per un sito inerente al mondo del Motorsport. Ormai sono tre anni che sono in quest’ambito e seguo la F1 in giro per il mondo come inviato di LiveGP. Principalmente, considerando gli studi, mi occupo della tecnica di F1 di cui scrivo e parlo nella web radio di LiveGP.it. Ma adoro anche le gare Turismo e GT molto più fisiche e maschie.».

Perché hai deciso di scrivere un libro su questo sport?
«Il libro è stato scritto a quattro mani con l’amico e collega Carlo Luciani. L’idea è nata da lui e ho subito accettato con entusiasmo. Perché il mondo dell’automobilismo non è solamente Ferrari, ma uomini che hanno dato tutta la loro passione (e in alcuni casi anche la vita) per questa passione. È un giusto tributo per rendergli onore.Abbiamo deciso di dividere quest’opera in più volumi anche per avere modo di trattare con maggiore dovizia di dettagli i vari piloti.Si parte dagli albori dell’automobilismo, quando la storia si fonde con la leggenda, come nel caso di Tazio Nuvolari e il suo amico-rivale Achille Varzi. Si passa poi ai due unici campioni mondiali di F1 Nino Farina e Alberto Ascari e tutti gli altri funamboli del volante degli anni ’50.Per poi fare una carrellata negli anni ’60 con piloti che si dividono fra F1 ed Endurance: come i sogni infranti di Lorenzo Bandini o Ignazio Giunti, o le imprese del “preside volante” Nino Vaccarella e Andrea De Adamich.
Fino ad arrivare agli anni ruggenti delle monoposto: quelli che getteranno le basi per le F1 di adesso. Parlando, fra gli altri, di Vittorio Brambilla o l’eterno “cowboy” Arturo Merzario. In più abbiamo dedicato un capitolo alla gentile sesso: con tutte le donne tricolori che hanno portato in alto il vessillo: come la prima donna in F1 Maria Teresa de Filippis, o l’unica ad aver raccolto punti iridati Lella Lombardi. Ci siamo focalizzati anche sulle donne che hanno corso nelle gare Turismo come Tamara Vidali o Prisca Taruffi»
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Quali sono a tuo avviso i valori che la Formula 1 trasmette?
«Potrei parlare per ore di questo argomento. Se ti parlo da tecnico dico la continua ricerca tecnologica: la corsa spasmodica a trovare una soluzione che ti possa fare guadagnare un solo centesimo che però farà la differenza sul cronometro. Ammiro gli ingegneri che, pur muovendosi in un regolamento davvero stretto, riescono ogni volta a escogitare soluzioni innovative (è un esempio il sistema DaS introdotto dalla Mercedes nei recenti test di Barcellona e che sicuramente farà discutere per tutta questa stagione). Poi è innegabile il senso di velocità e l’adrenalina che solo una gara di F1 ti può donare! Ora, con le attuali Power Unit (Motore 1.6cc 6cilindri turbo + parte elettrica), il rombo del motore si è perso. Ma, ricordando la prima volta che andai ad una gara, la prima cosa che mi colpì fu proprio il frastuono dei bolidi lanciati sul rettilineo! La F1 attuale si sta sempre più allontanando dal pubblico e dagli appassionati. Anche per questo, con il libro, abbiamo voluto riscoprire le radici e la parte romantica di essa».

Quali sono i tuoi progetti futuri?
«È difficile dirlo: già ora sto coronando un sogno: unendo le mie due passioni quello di “vivere” nei circuiti e viaggiare per il mondo. Solamente qualche anno fa non avrei mai detto che i miei studi si sarebbero incrociati nel mondo del giornalismo. Diciamo che il mio sogno sarebbe di restare nell’abito del Motorsport: sopra in sala stampa da giornalista o sotto nei box come ingegnere».

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