Le Cronache Lucane

ACERENZA, NUOVA VITA PER IL CARCERE


È una delle incompiute di Acerenza, il carcere mandamentale “soppresso” è una struttura abbandonata da decenni a sé stessa, un luogo in cui però si può e si deve ancora puntare attraverso la riqualificazione e la riconversione. Abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco Fernando Scattone per farci raccontare di più su questa riqualificazione importante: «Si tratta di un carcere costruito negli anni ’80, quando il Governo nazionale finanziava opere di questo tipo, e ovviamente costruite con i soldi dello Stato. Poi però il legislatore decise di non concludere tali opere, seppur avviate e dismettere tutto ciò che era già realizzato. In questa decisione ricadde anche il carcere mandamentale di Acerenza, che si è ritrovata una struttura enorme, interamente in cemento armato di alta qualità, situata nel pieno centro abitato e di nessun utilizzo, mai entrato in funzione» e c’è dell’altro e il sindaco prosegue a spiegare: «con la stessa legge con cui si decise di non proseguire opere di questo tipo sul territorio nazionale, lo stesso legislatore decise che le somme rimanenti da questi mutui a carico dello Stato, e quindi le risorse economiche avanzate, fossero utilizzate sulla stessa struttura, anche se avesse avuto destinazione d’uso diversa in futuro. Ed è proprio questo che noi immaginiamo, un utilizzo dell’immobile che possa essere utilizzato o come struttura socio-sanitaria o come luogo di accoglienza turistica, immaginiamo un ostello». Quali saranno dunque i primi passaggi? «Al momento utilizzeremo una tranches pari a 380 mila euro circa del mutuo a carico dello Stato che è ancora a disponibilità del comune di Acerenza -prosegue il primo cittadino- e faremo dei lavori importanti con l’eliminazione delle mura e la riqualificazione dell’area circostante, per cominciare subito dopo a pensare cosa realizzare. In Giunta qualche giorno fa abbiamo approvato un progetto esecutivo predisposto dal nostro Ufficio tecnico comunale e procederemo nei prossimi mesi ad un bando di gara per la realizzazione di questi primi lavori». Scattone definisce l’opera così com’è allo stato attuale una “cattedrale nel deserto”, che se non messe in funzione e lasciate in abbandono, «diventano ricettacolo di un po’ di tutto, dall’immondizia piuttosto che di altro. Ecco perché urge la riqualificazione dell’area, così che diventi una struttura da subito appetibile per altri scopi più nobili».

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