Le Cronache Lucane

COSÌ HANNO PROSCIUGATO SVILUPPO BASILICATA


Le nove partecipate indirette della Regione, quelle che Sviluppo Basilicata ha finanziato con il Fondo Venture sono tutte «start-up innovative», così come vengono presentate ufficialmente dalla società in house, ma sono «tutte in rosso» e con «perdite di esercizio notevoli». Per di più i finanziamenti regionali della Basilicata sono confluiti in aziende che propriamente lucane, nonostante la sede creata ad hoc, non sono. In rosso c’è la Domec Solution, di cui Sviluppo Basilicata è il «leader investor», che è un’azienda mezza campana e mezza milanese. Oppure scorrendo l’elenco spicca, tra le altre cose, la presenza della iGoon che è stata fondata nel 2014 da un gruppo di napoletani quali Claudio Cimmelli, Luigi Picaro, Stefano Sepe e Max Di Mella. Ma i campani li si ritrova direttamente anche all’interno della gestione dei soldi di Sviluppo Basilicata, nel gruppo decisionale del Fondo Venture da 8 milioni di euro. Sia la iGoon che la Domec hanno nell’organo amministrativo, come componente designato congiuntamente dai coivestitori e da Sviluppo Basilicata, Giovanni De Caro: il «banchiere amico delle startup». Il risultato per la Domec è che a fronte di 489mila euro versati da Sviluppo Basilicata le perdite ammontano a 745mila euro. Mentre per la iGoon il passivo è di 220mila euro. Non è chiaro perchè Sviluppo Basilicata abbia designato De Caro che non compare nè nell’elenco consulenti dell’Ente nè tra i cinque «esperti indipendenti» del Comitato tecnico di valutazione del Fondo regionale di Venture Capital. Esperti pagati per ben gestire i soldi regionali lucani. Alcuni, dati gli investimenti fatti, appaiono di dubbia indipendenza. È il caso di Amedeo Giurazza, primo classificato nella graduatoria per il Comitato tecnico di valutazione, già fondatore e amministratore di Vertis p già fonondatore e amministratore delegato di Vertis, società che gestisce fondi chiusi. Giurazza nel caso di Chef Dovunque, un’altra azienda non di origine lucana con pesanti debiti e partecipata da Sviluppo Basilicata,  compare tra i suoi finanziatori proprio col fondo Vertis. E Giurazza approdato in Sviluppo Basilicata tra le nove domande accettate per beneficiare del Fondo Venture, a fronte delle 60 totali inviate, ha scelto come società in cui investire i soldi pubblici lucani proprio Chef Dovunque. Che nonostante i 700mila euro ricevuti da Sviluppo Basilicata ha fatto segnare un passivo di 650mila euro. Sembra che l’esperto indipendente Giurazza abbia cercato di recuperare il passivo di Avertis in Chef Dovunque con i soldi di Sviluppo Basilicata riuscendo, però, a perdere anche quelli. I conti, tra le altre cose, non tornano neanche su un altro particolare. Stando ai dati forniti da Sviluppo Basilicata alla Corte dei Conti i complessivi 2milioni e 740 euro, da considerarsi oltre agli importi relativi alla propria percentuale di partecipazione al capitale sociale, girati nelle casse delle «sturt-up innovative» sarebbero stati elargiti, partendo dal 2015, «nel corso del triennio». Ma non è proprio così, c’è una grave «anomalia»: «tale importo – hanno scritto i magistrati contabili -, contrariamente a quanto indicato nella dicitura del prospetto, non è riferito al triennio, ma al periodo di soli 20 mesi, dal mese di maggio 2016 al mese di dicembre 2017». Beneficiari del Fondo Venture istituito dalla Giunta Pittella nel 2014 anche la Pickmeapp di Luciana De Fino e Michele Franzese, entrambi noti al centrosinistra lucano. L’una anche candidata alle politiche del 2018 col Pd e l’altro oltre che già gestore dei profili social dell’ex governatore lauriota, anche founder di Heroes. L’Euro-mediterranean Coinnovation festival che si svolge solitamente a Maratea, dove nell’edizione 2017 per tre giorni di stand Sviluppo Basilicata con la Regione, allora governata da Pittella, ha sborsato 110mila euro. Per loro con Pickmeapp il rosso, a fronte dei 250mila euro versati da Sviluppo Basilicata, è di 105mila euro. Il risultato del Fondo Venture voluto da Pittella con «la finalità di favorire la nascita e lo sviluppo delle Pmi» è devastante su tutta la linea. I milioni di euro spariscono nei rossi delle partecipate indirette della Regione, le società coi non lucani pure così come i membri del Comitato tecnico di valutazione, ma le responsabilità non vengono mai individuate

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