Le Cronache Lucane

INTERCETTAZIONI SHOCK, SPINA: «CALMA… PIÙ (TEMPO) STA QUELLA PRATICA, MEGLIO È»

INTERCETTAZIONI, FERRI E SPINA ‘ARDITA E’ UN TALEBANO’

Il magistrato potentino incastrato dal trojan che ha registrato le sue strategie dilatorie per “seccare” le pratiche

Una sopraffine tecnica dilatoria per meglio gestire le pratiche. È quanto emerge dalla nuove carte sull’inchiesta sul magistrato potentino Luigi Spina, pubblicate dall’Adnkronos. Una tecnica usata per il Csm, ma in molti ora si chiedono se sia stato lo stesso anche in altri casi quando il magistrato era a capo dei Gip al Tribunale di Potenza. Tantissimi i casi “passate per le cure” di Spina nel capoluogo, molti di questi hanno rovinato, senza peraltro giungere mai a sentenze di condanna, la vita di molti che ora si rivedono nel metodo usato dallo stesso per “seccare” i colleghi.

Ecco le nuove rivelazioni nell’ambito dell’inchiesta scottante che coinvolge alcuni componenti del Csm – Per ”Sebastiano Ardita…è bianco o è nero…un talebano!”. Non solo trame, ma anche giudizi espressi nei confronti di altri componenti nelle conversazioni registrate nelle riunioni intercettate tra politici e magistrati nell’indagine sul pm Luca Palamara e sul Csm che ha già portato alla dimissioni di quattro consiglieri. Cosimo Ferri e Luigi SPINA, come emerge dalle intercettazioni che l’Adnkronos è in grado di pubblicare, prendono le ‘misure’ a Sebastiano Ardita, il pubblico ministero catanese membro del Csm, col quale Ferri dai primi anni Duemila condivideva la comune militanza in MI prima che avvenisse la scissione che portò alla nascita di A&I. In altre intercettazioni, pubblicate oggi dall’Espresso, il gruppetto fa apprezzamenti nei confronti di Ardita, neo membro del Csm in Prima Commissione, proprio dove è finito l’esposto di Fava contro Ielo, e davighiano di ferro. SPINA: “Cè coso che vuole spingere… Sebastiano… digli di stare calmo..”. Ferri: “Ti volevo dire… scusami… ma voleva convocare Ielo?”. SPINA: No, voleva convocare Fava…per farsi…”. Corrado: “Calma, calma, calma…”. SPINA: “Calma… più sta quella pratica meglio è”. Non solo. Nelle intercettazioni, in possesso dell’Adnkronos, Ferri dice di lui che è ”intelligente” ma …per lui o ”e’ bianco o e’ nero”, ”un talebano” lo definisce Luigi SPINA; ”uno che non si fa i fatti suoi” gli fa eco un altro partecipante alla riunione. Ferri insiste e ricorda i tempi della comune militanza in MI. Racconta che Ardita voleva rinnovare il gruppo ed emarginare i ”vecchi ” e chi avrebbe tenuto condotte discutibili. ”Mi soffocava…” aggiunge l’ex magistrato per spiegare la fine dei loro rapporti e della militanza comune in Magistratura Indipendente; e non nasconde il timore che Ardita voglia tornare a riprendersi la corrente per fare il segretario. Ferri: “È tosto… sai cosa, io l’ho capito Ardita… lui vuole rientrare e prendere in mano Magistratura indipendente politicamente… come segreteria, perché lui il cuore ce lo ha lì, dai”. SPINA: “È più a destra di tutti Ardita, ragazzi…” Luigi SPINA voleva tenere il fascicolo aperto il piu’ a lungo possibile.

Il gruppetto da un lato voleva sfruttare il rigore di Ardita – inconsapevole della strumentalità dell’esposto Fava – per approfondire la vicenda in prima commissione e definirla in fretta. Ma Luigi SPINA invece vuole frenare per tenere il fascicolo aperto più a lungo possibile: “C’è Sebastiano che vuole spingere… digli di stare calmo… già lo voleva convocà… Calma… più sta quella pratica, meglio è…”, suggerisce SPINA. Anche Palamara non riesce ad avere accesso diretto ad Ardita per la sua domanda di aggiunto a Roma e chiede a Fava come può arrivarci. ”Qualcuno ci ha parlato con Sebastiano…?”. E spera nella sua intransigenza per l’esposto Fava in prima commissione. Ma poi Ardita comprenderà che dietro l’esposto Fava si cela una strategia di Palamara e l’audizione non avverrà.

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