Le Cronache Lucane

OMICIDIO DI NOEMI DURINI, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: BIAGIO MARZO È ESTRANEO AI FATTI

criminologa URSULA FRANCO

OMICIDIO DI NOEMI DURINI, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: BIAGIO MARZO È ESTRANEO AI FATTI

Il 3 settembre 2017, Lucio Marzo, all’epoca 17enne ha ucciso la sua fidanzata Noemi Durini, 16 anni.

Domani 22 maggio 2019 si terrà la prima udienza del processo d’Appello davanti ai giudici della sezione penale per i minorenni della Corte d’Appello di Lecce, imputato, il reo confesso, Lucio Marzo.

Il 4 ottobre 2018 Lucio Marzo, 18 anni, è stato condannato, con rito abbreviato dal Tribunale dei Minorenni, alla pena di 18 anni e 8 mesi di reclusione.

Intorno alle 5 del mattino del 13 settembre 2017, Lucio, a bordo di un auto, prelevò da casa la sua fidanzata, la condusse in campagna e la uccise con una coltellata alla nuca e a colpi di pietra, infine, ne coprì il corpo con un cumulo di pietre e tornò a casa. Dopo dieci giorni, il ragazzo confessò e accompagnò gli investigatori sul luogo dell’occultamento.

Abbiamo chiesto alla criminologa Ursula Franco alcune delucidazioni sul caso.

  • Dottoressa Franco, è possibile che Lucio abbia ucciso Noemi perché la ragazza voleva uccidere i suoi genitori?

Non posso escludere che Noemi avesse proposto a Lucio di uccidere i suoi genitori, ma non è questo il motivo per il quale il Marzo ha ucciso la Durini. Quello di Noemi è un omicidio per futili motivi, come lo sono gli omicidi commessi dai sociopatici, soggetti capaci di atti estremi di violenza a causa della loro bassa tolleranza alle frustrazioni. Neanche Lucio comprende a fondo il motivo del proprio gesto, sostenere di averla uccisa perché lei voleva uccidere i suoi genitori rappresenta solo un tentativo di razionalizzare l’evento e di fornire una “giustificazione morale” al suo atto riprovevole.

  • Dottoressa Franco, Lucio Marzo si è fatto aiutare dal padre ad occultare il corpo di Noemi?

Biagio Marzo non ha avuto alcun ruolo, né nell’omicidio, né nell’occultamento, tra l’altro, a rigor di logica, se qualcuno avesse aiutato Lucio ad occultare il cadavere di Noemi, lo avrebbero sepolto e non semplicemente coperto con delle pietre. Peraltro Biagio Marzo restava sveglio fino all’alba, finché non riteneva che il figlio si fosse addormentato, proprio per impedirgli di uscire a fare sciocchezze.

La verità sui fatti è nell’interrogatorio di Lucio Marzo: “È successo cheee gli sono andato di dietro e le ho infilzato il coltello in testa e poi con delle pietre le ho frantumato la testa, l’ho lasciata stesa, ho messo delle pietre sopra so… sopra di lei, però in quel momento non capivo niente, so di averla colpita alla nuca ma non so in quale punto… poi si è spezzata la lama dentro, io mi sono trovato il manico in mano. E me lo sono… me lo sono messo in tasca, l’ho colpita con la pietra un paio di volte e poi l’ho… l’ho trascinata dove ho visto che c’era un muretto (in dialetto) scarrato, l’ho trascinata là, io l’ho messa di fianco, le pietre le ho prese e l’ho coperta… l’ho coperta, ero talmente agitato, sono corso in macchina, non mi ricordo neanche il luogo dov’era Castrignano talmente tanto che ero agitato, tremavo così, mi sono fatto una sigaretta mi son tolto la maglietta, ero in aperta campagna, non stavo nel paese, eh… era aperta campagna, mi son tolto la maglietta, ho messo il manico dentro, ho fatto a palla, ho fatto una buca nella terra e ho chiuso (…) Mia madre, mia sorella e mio padre stavano ancora dormendo, per fortuna, e io in silenzio mi sono fatto la doccia, mi sono pulito tutto, mi sono cambiato le mutande, ho messo le mutande nella biancheria eee pure i calzini nella biancheria eehm… sono andato a letto (…) tutti dormivano, eee mio padre è andato a dormire verso le 3 e mezza 4, perché mi controlla”.

  • Dottoressa Franco, vuole aggiungere qualcosa?

Lucio è affetto da un grave disturbo di personalità. Il fatto che Lucio abbia dato segni di squilibrio in concomitanza con la frequentazione di Noemi, non è naturalmente ascrivibile alla Durini, ma non è una coincidenza che Lucio frequentasse Noemi, una ragazza, anche lei, “ribelle” e “difficile”, ce lo conferma sua sorella Benedetta: “È stata sempre una ragazza diciamo un po’ ribelle però era molto buona, cercava sempre di vincere anche delle sfide impossibili con persone molto, magari, difficili, a loro volta” e purtroppo questa frequentazione è stata fatale ad entrambi. Infine, voglio sottolineare che sono due le famiglie distrutte da questo fatto di sangue.

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