Le Cronache Lucane

La scelta di Luigi Di Maio: “Basilicata? Meglio perdere che governare con Berlusconi”

C’è del veleno nel commento di Luigi Di Maio al voto in Basilicata. Alle Regionali vince ancora il centrodestra guidato da Matteo Salvini, ma con un candidato espresso da Forza Italia, mentre il Movimento 5 stelle, che dimezza i voti, resta primo partito. Un risultato che Luigi Di Maio rimarca in un’intervista al Corriere della Sera in cui difende la scelta politica nella Regione e lascia una frecciata all’alleato leghista.

da Huffington Post

“Nonostante tutto in Basilicata oggi siamo la prima forza politica. Poi è ovvio che si tratta di una scelta… si può scegliere se portare avanti un proprio candidato, con una propria lista e un programma, dare delle certezze ai cittadini come fa il M5S, e si può scegliere di rincorrere i successi degli altri. […] Il centrodestra è un fantasma, vince ma non esiste. Del resto quel che è accaduto in Basilicata è indicativo, parliamoci chiaro: vince un candidato di Berlusconi e tutti fanno festa. Contenti loro. Per quanto mi riguarda: noi corriamo con la nostra lista, altri fanno le ammucchiate. Piuttosto che governare insieme a Berlusconi, il M5S se ne va all’opposizione. Sono scelte di campo. Noi siamo autonomi, con qualche difetto come tutti, ma siamo autonomi, non abbiamo bisogno di Berlusconi” […] Non capisco cosa si pretende. Sappiamo che correndo con una unica lista è molto complesso vincere in una Regione. Dopo di che, diciamola tutta: vogliamo correre alla pari? Bene, non vediamo l’ora. Modifichiamo la legge elettorale per le Regionali, diamo il premio solo alla lista e non alle coalizioni, poi vediamo se le cose cambiano”.

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Sulla piattaforma Rousseau si discute il nuovo M5S, “ci stiamo preparando a un salto in avanti”, assicura Di Maio. Il Movimento riparte dai suoi capisaldi.

“Ci siamo tutti, seppur in forma diversa. Grillo resta il garante, Alessandro il primo tra gli attivisti e poi ci sono i parlamentari, i nuovi eletti, c’è un processo di crescita notevole”

E poi c’è la coalizione di Governo, con le frizioni costanti fra M5S e Lega.

“C’è un confronto, non le chiamerei frizioni. Certo mi è dispiaciuto vedere che si sono sollevate polemiche ingiustificate su misure di buon senso come ad esempio la via della Seta. Sono polemiche che non ho compreso e faccio fatica ancora a comprendere. Ed è su questo che magari un chiarimento può far bene. Poi abbiamo valori diversi su molti fronti, mi sembra evidente. Uno tra tutti il concetto stesso di famiglia: per me la famiglia è sacra, il M5S propone di aumentare le pene per chi compie violenze contro le donne, a Verona c’è qualcuno che è allergico a questo dibattito”

Non c’è però un Contratto di Governo da riscrivere. Ce ne è uno da rispettare, anche sulla Flat Tax – perché “l’importante è abbassare le tasse e dobbiamo farlo subito” – e sulle autonomie regionali – ma “non permetterò che qualcuno divida il Paese in due” – e non sullo ius soli che “non è in agenda”

epa07231517 Italian Prime Minister Giuseppe Conte speaks at a news conference after the end of the European Council in Brussels, Belgium, 14 December 2018. On the second day of summit EU leader again focussed on the conclusions on the Single Market, climate change, migration, disinformation, the fight against racism and xenophobia, and citizens’ consultations. EPA/JULIEN WARNAND

“Conte non ha detto che bisogna rivedere il contratto, ha detto invece una cosa normalissima, ovvero che se più avanti ci saranno nuovi obiettivi condivisi da aggiungere allora si potranno inserire. Mi sembra normale e ragionevole. Il Contratto resta quello che è, non si cambia, al massimo si integra con nuove prospettive se saranno condivise”

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