Le Cronache Lucane

SGOMINATA BANDA DEL CAPORALATO

L’intero litorale ionico è stato interessato da una vasta operazione contro il caporalato condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Matera. Undici persone sono finite in carcere, c’è anche un arresto domiciliare, un obbligo di dimora, un obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria. Sono i numeri di una indagine condotta in collaborazione tra i militari dell’arma di Matera ed i carabinieri per la tutela del lavoro che hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della repubblica. Estorsione, violenza privata, uso indebito di carte di credito, corruzione. Questi sono i principali reati contestati. Le indagini erano partite da una denuncia presentata da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro e sono sono partire dai carabinieri del Norm di Policoro. In sostanza una organizzazione criminale internazionale era dedita alla intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera. Su Facebook i lavoratori, principalmente, rumeni venivano reclutati e una volta giunti in Italia venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti sotto minaccia ed intimidazione a lavorare in fondi agricoli privati di Scanzano e Policoro. Le vittime venivano sistemate presso abitazioni affittate forzatamente il cui costo veniva decurtato dal salario. I lavoratori venivano costretti a rimanere sui campi anche fino a 14 ore consecutive con un salario medio che non superava i quattro euro all’ora. Per loro era prevista una sola pausa pranzo di mezz’ora. Nell’organizzazione c’erano anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore ortofrutticolo non che è un impiegato presso l’ufficio anagrafe del Comune di Scanzano ionico e due sindacalisti di un patronato di Marconia di Pisticci. Tutti sono stati raggiunti da misure cautelari. Pare che tra in 2014 e 2018 siano stati sfruttati circa 200 lavoratori e profitti illeciti calcolati per 1.300.000 €. Le indagini sono state coordinate dal procuratore della Repubblica di Matera Pietro argentino dal dal pubblico ministero Anna Franca ventri Celli i provvedimenti cautelari emessi dal gip Rosa Angela nettis

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